Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, con altri due ministri, Enrico Franceschini alla Cultura e al Turismo e Stefania Giannini per l’Istruzione, hanno presentato all’EXPO2015, nel Forum della cucina italiana – introdotto e organizzato dal giornalista Paolo Marchi ideatore del congresso Identità Golose – un “piano di azioni per la valorizzazione della cucina italiana”, che ha preso il nome, secondo la moda renziana avviata con il jobsact, di #foodact. Si tratta di un “patto tra le istituzioni e il mondo della cucina di qualità”. Erano presenti infatti moltissimi grandi chef che hanno fatto la storia della nostra alta gastronomia, dal maestro di tutti Gualtiero Marchesi a Carlo Cracco, il più famoso showman televisvo, al numero due al mondo Massimo Bottura, con tanti altri protagonisti, da Niko Romito a Davide Scabin, da Giancarlo Perbellini a Fulvio Pierangelini. Ora l’impegno è riassunto in dieci punti. Non ho partecipato ai lavori di questo Forum, che qualcuno, come la FIC, Federazione Italiana Cuochi, ritiene debba essere allargato ad altri soggetti. Mi sembrano polemiche sterili, l’importante è partire, finalmente. Ricordo un incontro a Milano tanti anni fa convocato a Milano alla Camera di Commercio dall’instancabile Paolo Marchi, con tanti degli chef che il 28 luglio 2015 erano all’EXPO, in cui c’ero anche io e alcuni giornalisti. Chi la dura la vince, speriamo… Pubblico anche sul mio blog i dieci punti, cosicché questo #foodact possa essere un punto di riferimento, magari non soltanto per i cuochi. 

Pubblico il contenuto del #foodact varato dall’EXPO dal Forum della Cucina Italiana voluto dal ministro Maurizio Martina con la collaborazione di Identità Golose. Non ho partecipato alla sua stesura. Né voglio polemizzare o criticare. Credo che sia una buona base di partenza, è giusto mi pare aprirlo al dibattitto di tutto e soprattutto avviare finalmente questa collaborazione tra cuochi e istituzioni che in altri Paesi, come Francia e Spagna soprattutto, funziona già da tempo. 

 

(DAL COMUNICATO STAMPA DEL MINISTERO POLITICHE AGRICOLE DEL 28-9-2015)

LE PRIME 10 AZIONI DEL FOOD ACT

1. CHEF AMBASCIATORI DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO

Obiettivo: Un’azione di promozione sui mercati esteri coordinata con il Piano di internazionalizzazione del Governo e identificata con il segno unico “The Extraordinary Italian Taste”. Portare entro il 2020 l’export agroalimentare a toccare quota 50 miliardi di euro. In questo contesto si prevede il coinvolgimento dei principali chef italiani per promuovere il Paese negli eventi di alto valore rappresentativo. Focus specifico su Usa, Russia e Cina.

2. VALORIZZARE LE ECCELLENZE ITALIANE E LA DIETA MEDITERRANEA

L’obiettivo è rafforzare la consapevolezza delle potenzialità del patrimonio agroalimentare italiano. Coinvolgere influencer internazionali per la costruzione di un messaggio coordinato. Promuovere la conoscenza delle eccellenze agroalimentari italiane, in particolare quelle riconosciute dai sistemi di tutela pubblici (DOP, IGP e BIOLOGICO), attraverso un utilizzo in cucina che sia anche aderente ai valori della Dieta mediterranea, evidenziando allo stesso tempo la differenza con i prodotti italian sounding.

3. POTENZIAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE DEL VERO MADE IN ITALY AGROALIMENTARE

Obiettivo: favorire l’attivazione di piattaforme logistico distributive come strumento fondamentale per l’incremento dimensionale e competitivo delle nostre imprese. Il tema cardine è garantire un migliore approvvigionamento all’estero di materie prime realmente provenienti dall’Italia, in particolare per le reti di ristorazione italiana nel mondo.

 4. ALTA CUCINA, ALTA FORMAZIONE

Sul profilo formativo è necessario colmare il gap del sistema, puntando sullo sviluppo di competenze economiche e imprenditoriali. Rafforzare i poli di formazione settoriale già esistenti e istituirne di nuovi maggiormente specializzati è una delle priorità del Food Act.

 5. ESTENSIONE UTILIZZO STAGE PER LA RISTORAZIONE DI QUALITÀ

Si lavora per superare i vincoli dell’attuale legislazione attraverso la revisione delle linee guida in materia di tirocini approvati dalla Conferenza Stato Regioni che fissano i limiti quantitativi relativi al numero di tirocinanti in relazione la numero dei dipendenti delle singole aziende, senza alcuna differenziazione rispetto all’incidenza formativa dell’esperienza.

 6. PIÙ AGGREGAZIONE NELLA FILIERA E NELLA RISTORAZIONE

Il piano sosterrà le aggregazioni nella filiera mediante le reti d’impresa attraverso strumenti come il credito d’imposta proposto con “Campolibero”. Verrà studiata la sua estensione a imprese operanti nel settore della ristorazione, verificando la compatibilità con la normativa europea in materia di aiuti di Stato e il fatto che si tratta di imprese, di norma micro e piccole, che operano nel commercio la cui competenza esclusiva è delle Regioni.

 7. DARE CREDITO ALLA CUCINA ITALIANA GIOVANI

Uno dei punti cardine riguarda lo sviluppo di strumenti di credito idonei a soddisfare le particolari esigenze del mondo della ristorazione di alta qualità. Favorire, anche in accordo con le Regioni, condizioni di credito agevolato da rivolgere ai giovani under 40, in possesso di particolari requisiti, per il subentro nelle aziende di ristorazione per il ricambio generazionale anche in cucina.

 8. RAFFORZARE BINOMIO TURISMO-RISTORAZIONE DI QUALITA’ PER PROMUOVERE I TERRITORI

Collegare l’offerta enogastronomica a percorsi turistici di qualità, promuovendo i prodotti agroalimentari dei territori, valorizzando anche i collegamenti con la ristorazione locale di qualità, l’hotelerie e il turismo culturale. Con questo obiettivo verranno individuati strumenti di supporto e coordinamento per rafforzare l’offerta turistica in chiave culturale – paesaggistica – enogastronomica.

 9. CUCINA ITALIANA DI QUALITÀ CERTIFICATA

Per valorizzare meglio la cucina di qualità si valuteranno percorsi di riconoscimento, che garantiscano il consumatore, e permettano uno sviluppo del settore orientato da politiche regionali di promozione di qualità, trasparenza, unicità dei prodotti.

 10. CUCINA ITALIANA COME CULTURA, IDENTITÀ, EDUCAZIONE, INCLUSIONE

Si punta a valorizzare il legame tra cucina e cultura, identità, educazione e inclusione. Questa azione prevede la promozione di iniziative che abbiano un ampio raggio: dall’educazione alimentare nelle scuole, per la promozione di valori come la sostenibilità ambientale, la lotta agli sprechi e il rispetto del cibo, fino alla valorizzazione culturale della nuova cucina italiana. Ultimo punto è dedicato all’accessibilità anche per le fasce più deboli, dando continuità a progetti di assistenza agli indigenti.

 

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