Da “alchechengi” a “zest” tutti i segreti e le dinastie dei cioccolatieri di Torino

di Nicola Gallino

Coppia nell’arte e nella vita, Clara e Gigi Padovani si sono meritati negli anni la patente di guru nel

raccontare il cioccolato e la sua corona di delizie. “Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte”

non è una rimasticatura ma un aureo manualetto da delibare come una pralina. L’avventura del “cibo degli dei” negli Stati sabaudi

dal Seicento a oggi, fra storia economica, cronaca e costume.La bibliografia è solidissima. Regie Patenti, brevetti, cataloghi e listini

aziendali, bilanci e verbali societari, archivi industriali, visure camerali, carteggi di famiglia.

Altro che Roald Dahl. La “fab- brica del cioccolato” a Torino è una fiaba popolata di artigiani rusconi, alleanze fra dinastie…

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Storia del cioccolato (a Torino e in Piemonte, ma non solo)

Edizioni del Capricorno ha portato in libreria Storie di cioccolato, a Torino e in Piemonte, di Clara e Gigi Padovani. La pianta di cacao è uno speciale indicatore non solo per raccontare la storia post-scoperta delle Americhe ma anche di come un alimento nato, coltivato a chilometri di distanza da noi diventa poi vanto territoriale. 

Il sovranismo di cui tanto si parla è condizione essenziale della globalizzazione, che con i successi e i suoi eccessi è un fenomeno nato secoli fa, e il cioccolato è appunto un indicatore perfetto per raccontare questa apparente contraddizione e non solo: l’innovazione che si sviluppa nelle storie di successo, anche e soprattutto nel settore primario.

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Viaggio tra botteghe e fabbriche di cioccolato

C’ è molta Granda nella storia del cioccolato piemontese scritta dalla «coppia fondente» Clara e Gigi Padovani. In 178 pagine un dolcissimo viaggio tra bot- teghe e fabbriche che fanno la felicità dei golosi «bogianen». Partiamo ad esempio dal famoso marchio «Baratti & Milano», quello della caffetteria-pasticceria sotto i portici di piazza Castello a Torino, che può contare tra i suoi clienti an- che il poeta Guido Gozzano. Ebbene, nel 1992, l’attività produttiva (cioccolato e caramelle) della «Baratti & Milano» venne trasferita a Bra. Anche la «Venchi», altro storico marchio dolciario, dal 2005 ha lo stabilimento di produzione di cioccolato e basi per gelateria in provincia di Cuneo, a Castelletto Stura, con quasi 200 dipendenti, una rete mondiale di negozi monomarca e una gamma di 350 specialità al cioccolato di alta qualità. Sotto i portici di via Vittorio Emanuele II a Cherasco si trova invece l’antica cioccolateria «Barbero», inserita tra i locali storici d’Italia, dove si possono gustare cioccolatini, cremini, tavolette, gianduiotti.

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Litigio internazionale sul Gianduiotto  I cioccolatieri torinesi vorrebbero il riconoscimento Igp, ma c’è chi contesta la ricetta  

Care lettrici, cari lettori a dire il vero a noi italiani è sempre piaciuto, senza che ce lo spiegassero o ci indicassero come degustarlo. Ma da qualche anno ne vanno pazzi anche in America, da quando sulle colonne del New York Times il food writer Corby Kummer descriveva la voluttà del “lingotto avvolto in una sottile carta” celebrando il gianduiotto, cioccolatino simbolo di Torino e gloria di tutto il Paese. Sì, è una gloria questo sensuale mix di nocciola tonda gentile del Piemonte, cacao e zucchero, che prima conquista gli occhi, poi riempie il naso di aromi e infine si scioglie in bocca con eleganza vellutata. È il frutto forse più prestigioso della storica “via italiana al cioccolato”come la definiscono Clara Vada e Gigi Padovani nel libro “Gianduiotto mania”. La coppia, nel lavoro e nella vita, di esperti di storia del cioccolato, ripercorre la strada che porta all’invenzione di questo gioiello gastronomico, che prima era praticamente un surrogato. Vecchio Continente passando per corti e conventi, dove le preziose fave di cacao sono trasformate in una bevanda capace di conquistare principi, condottieri e frati. E passa per Torino che a metà del Settecento diventa la “capitale del cioccolato in tazza”.

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Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte, intervista con Clara e Gigi Padovani

Una piccola storia del cioccolato a Torino e in Piemonte, dai prodotti alle aziende che lo hanno reso famoso nel mondo

TORINOClara e Gigi Padovani hanno realizzato per Edizioni del Capricorno un volumetto che è una vera chicca (ricoperta di fondente, ovviamente) per gli amanti del cioccolato e per gli appassionati di storia di Torino e del Piemonte.

Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte è in realtà una vera e propria “storia del” cioccolato a Torino e in Piemonte, con tanto di splendide foto d’epoca che riproducono personaggi, aziende e gli indimenticabili manifesti pubblicitari dei prodotti dolciari dell’epoca.

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Italia-Svizzera è “querelle del gianduiotto”: per ottenere l’Igp deve essere prodotto in Piemonte

La “coppia fondente” di food writer Clara e Gigi Padovani: “si deve all’invenzione del cioccolato gianduia e dell’industria dolciaria di Torino”

Da una parte c’è il comitato di artigiani e industriali del cioccolato, da Venchi a Ferrero, passando per Pastiglie Leone, presieduto dal Maestro del Gusto Guido Castagna, famoso alle platee televisive per le sue partecipazioni a “La Prova del Cuoco” e ad altre trasmissioni, che ha avviato le pratiche per il riconoscimento a Bruxelles del Gianduiotto di Torino Igp, dall’altra si colloca la svizzera Lindt (oltre 5 miliardi di euro di fatturato) che dal 1998 è proprietaria dello storico marchio Caffarel, con stabilimento a Luserna San Giovanni, a Torino, e che si oppone al rigido disciplinare che il comitato propone per ottenere l’approvazione della tutela europea: il Gianduiotto di Torino Igp deve essere prodotto in Piemonte, con tre soli ingredienti, ovvero la Nocciola Piemonte Igp, cacao, zucchero.

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Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte: il nuovo libro di Clara e Gigi Padovani per le Edizioni del Capricorno.

Puntuale la descrizione delle vicende che hanno portato la nostra città ad essere considerata la capitale italiana del cioccolato. Un testo che non vuole riscriverne la storia, ma raccontare alcune curiosità. Piacevole il capitolo su porcellane e argenti, utensili necessari per il servizio della bevanda, che apre una finestra su un settore economico molto attivo nel Settecento, la manifattura delle porcellane. Erano tre — Vinovo, Vische e Rossetti — e hanno realizzato capolavori di trembleuse, una tazza studiata per evitare accidentali versamenti della cioccolata che avrebbero
rischiato di rovinare i preziosi vestiti delle dame dell’epoca. Alcuni di questi capolavori fanno parte delle collezioni del museo di arti
decorative Accorsi-ometto e di Palazzo Madama. Splendida anche la produzione degli artigiani argentieri, tra cui l’orfèvrerie Royale di Torino, la manifattura di corte fondata nel 1775 da Vittorio Amedeo III di Savoia, alla cui direzione fu posto l’orefice Giovanni Battista Boucheron. Senza dimenticare che proprio a Torino esisteva l’università degli orafi e argentieri. Tra i personaggi: il chocoholic Vittorio Alfieri; il finanziere biellese Riccardo Gualino e la sua Unica, l’unione nazionale cioccolato; gli artisti futuristi che realizzarono manifesti pubblicitari; il maestro decoratore Guido Bellissima, che con la raf­finata tecnica della ghiaccia reale guarniva le uova di cioccolato; Pietro Ferrero e il «dolce degli umili». E il tanto atteso Choco-story, il Museo del Cioccolato che aprirà a Torino nel 2024. E una carrellata di prodotti al cioccolato tipici: dall’alpino al Boero, ai curiosi Mediant (una cialda di fondente o di cioccolato al latte decorata con frutta
secca mista); le schede delle imprese «storiche» non più in attività; gli indirizzi golosi con i nomi delle pasticcerie che, nelle province piemontesi, servono specialità al cacao; i locali di Torino che offrono la cioccolata in tazza.

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Il gianduiotto si fa senza latte, punto e basta. È iniziata la battaglia tra Lindt e gli artigiani torinesi

IL COLOSSO SVIZZERO CHIEDE CHE NEL DISCIPLINARE PER IL RICONOSCIMENTO DELL’IGP SIA INSERITO ANCHE IL LATTE. MA IL GIANDUIOTTO TORINESE VIENE PREPARATO CON SOLI TRE INGREDIENTI: NOCCIOLA, ZUCCHERO E MASSA DI CACAO

Giù le mani dal gianduiotto, il vero, unico gianduiotto torinese. Quello che ha avviato dal 2017 l’iter per il riconoscimento dell’IGP, l’Indicazione Geografica Protetta. E ora se lo vede bloccare dal colosso svizzero Lindt, che chiede che nel disciplinare sia inserito anche il latte, quando si sa che il vero gianduiotto torinese vuole solo tre ingredienti: nocciola, zucchero e massa di cacao. Se è parlato con toni accesi al  convegno Il Cioccolato delle meraviglie: salute, benessere e felicità di CioccolaTò, la grande kermesse del cioccolato che si è svolge in piazza San Carlo a Torino.

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Cioccolatini, vino e caffè. La grande festa della bontà nel centro di Torino

diPiera Genta e Rosalba Graglia

CioccolaTò, Grapes in Town, Portici Divini Ma anche i segreti della tostatura Tornano le vere passioni dei torinesi

Tornano protagoniste tre grandi passioni torinesi in fatto di gusto: cioccolato, vino e caffè.

I giorni di CioccolaTò

Si comincia con CioccolaTò, kermesse tra piazza San Carlo e via Roma fino al 5 novembre, quest’anno — sarà l’effetto Tim Burton e Willy Wonka — in versione Cioccolato delle Meraviglie.

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A Torino il cioccolato delle meraviglie

di Marco Milano

A Torino ritorna e sarà protagonista sino al 5 novembre “CioccolaTò”, la kermesse che mette al centro della capitale sabauda e delle strade e piazze simbolo della cittadina piemontese, il cioccolato in tutte le sue sfaccettature. “Un evento diffuso per tutta la città – si legge nella presentazione di quest’anno di CioccolaTò – che promette di essere un meraviglioso itinerario tra praline, tazze di cioccolata fumanti e bonbon, alla scoperta di laboratori e bar storici che rimandano all’uso antico del cacao degli Aztechi e dei Maya che, attraverso il costante amore degli artigiani, ci proiettano verso un uso più moderno e creativo di questo prodotto.

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Choco Story Torino, nel 2024 primo museo del cioccolato d’Italia

La notizia nel nuovo libro dei Padovani Storie di cioccolato

Torino come altre città europee avrà un museo del cioccolato, il primo in Italia.

Choco Story Torino aprirà all’inizio del 2024 – i lavori sono già partiti – nei sotterranei dell’antica pasticceria Pfatisch di Francesco Ciocatto.

Si tratta di una iniziativa privata, voluta dall’imprenditore belga Eddy Van Belle, 75 anni, che è alla guida, con i due figli, di un grande gruppo che produce semi-lavorati per pasticcerie e cioccolaterie, con i marchi Puratos e Belcolade. Ad annunciare l’arrivo del museo sono Clara e Gigi Padovani nel libro Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte, edizioni del Capricorno,

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STORIE DI CIOCCOLATO A TORINO E IN PIEMONTE

Una raccolta di storie, curiosità e personaggi che

legano il cibo degli dei al territorio piemontese

di Clara e Gigi Padovani

Il cioccolato è di casa in Piemonte. È il primo tra i prodotti identitari di Torino. Già nel Seicento a corte si consumava il rito della cioccolata calda. Nel Settecento nascono i primi artigiani fornitori della Real Casa Savoia. L’industria delle tavolette e delle praline nacque prima a Torino che in Svizzera, visto che François-Louis Cailler imparò il mestiere nella fabbrica di Paolo Caffarelli, (italianizzazione di Caffarel) e poi fondò l’azienda che sarebbe diventata la Nestlé. E ai primi dell’Ottocento furono molti i ticinesi che dalla povera valle di Blenio calarono nel capoluogo piemontese per imparare la lavorazione del cacao, diventando prima garzoni delle botteghe locali e poi artigiani in proprio.

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In libreria “Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte”, il nuovo libro di Clara e Gigi Padovani

Martedì 31 ottobre a Torino ci sarà la prima presentazione al Circolo dei Lettori

Il cioccolato è di casa in Piemonte. Almeno dal Settecento, quando a Torino nascono i primi artigiani fornitori della Real Casa di Savoia. Oggi poi, circa il 40% del cioccolato italiano nasce in Piemonte.

Nella prima parte di questo libro, grazie a un attento lavoro di ricerca che ha rivelato nuove e golose curiosità storiche, gli autori ricostruiscono le vicende che hanno portato Torino a diventare capitale italiana del cioccolato, narrando la storia dei tanti «cioccolatai» che hanno dato vita a quest’eccellenza regionale: dai pionieri ottocenteschi alla vicenda industriale di Gualino e della UNICA, dai cioccolatieri svizzeri scesi in Piemonte per imparare tecniche e segreti di lavorazione all’epopea della Ferrero, fino alla nascita recentissima di Choco-Story Torino, il nuovo museo del cioccolato destinato a diventare un luogo imperdibile per tutti gli appassionati del «cibo degli dei».

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Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte

Una raccolta di storie, curiosità e personaggi che legano il cibo degli dei al territorio piemontese di Clara e Gigi Padovani
di Alessia Serlenga

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TORINO – Il cioccolato è di casa in Piemonte. È il primo tra i prodotti identitari di Torino. Già nel Seicento a corte si consumava il rito della cioccolata calda. Nel Settecento nascono i primi artigiani fornitori della Real Casa Savoia. L’industria delle tavolette e delle praline nacque prima a Torino che in Svizzera, visto che François-Louis Cailler imparò il mestiere nella fabbrica di Paolo Caffarelli, (italianizzazione di Caffarel) e poi fondò l’azienda che sarebbe diventata la Nestlé. E ai primi dell’Ottocento furono molti i ticinesi che dalla povera valle di Blenio calarono nel capoluogo piemontese per imparare la lavorazione del cacao, diventando prima garzoni delle botteghe locali e poi artigiani in proprio.

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“Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte”, il nuovo libro di Clara e Gigi Padovani

26 Ottobre 2023

A Torino: dal 27 ottobre al 5 novembre la kermesse di CioccolaTò e nasce il nuovo museo del cioccolato “Choco Story”

Clara e Gigi Padovani non si fermano mai. Il 3 novembre 2023 è in uscita nelle librerie e sulle piattaforme di vendita un loro nuovo libro, dedicato alla passione che li ha portati a essere definiti la “coppia fondente”. La foto di Clara e Gigi è stata scattata dai Mauro Raffini.

Ancora una storia sul cioccolato, ma questa volta con uno sguardo diverso, dedicato a Torino capitale del cioccolato.

In questi giorni, dal 27 ottobre al 5 novembre, la città subalpina diventa una cioccolateria a cielo a aperto, grazie alla kermesse CioccolaTò e i due autori albesi non si sono lasciati sfuggire l’occasione di presentare le origini di questa tradizione.

Il libro si intitola Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte [Edizioni del Capricorno, 180 pagine, 14 euro] e racconta tante curiosità inedite sul cibo degli dei, oltre a presentare le schede di 64 imprese piemontesi: oggi circa il 40% del cioccolato italiano nasce in Piemonte. 

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Storie di cioccolato: parlano Clara e Gigi Padovani

di Dario Ujetto

Li hanno definiti “la coppia fondente”. Ora Clara e Gigi Padovani propongono in libreria un nuovo volume sul cibo degli dei, Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte [Edizioni del Capricorno, 180 pagine, 14 euro] che è distribuito in edicola con La Stampa Repubblica dal 28 ottobre e nelle librerie e nelle piattaforme dal 3 novembre.

Tra le tante curiosità di un libro ricco di informazioni, una guida “golosa” con le schede di 64 tra artigiani e industriali dolciari piemontesi, gli autori ricostruiscono le vicende che hanno portato Torino a diventare capitale italiana del cioccolato.

Ma soprattutto presentano una sorpresa: la nascita del museo del cioccolato “Choco Story Torino” nei locali sotterranei dell’antica pasticceria Pfatisch in via Sacchi 42.

Ancora un libro sul cioccolato: come vi è nata questa idea?

E’ stato un nuovo lungo lavoro di ricerca per approfondire quanto avevamo scritto in precedenti nostre opere, con un focus

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Perché a Torino nasce il museo del cioccolato “Choco Story”

Nel nuovo libro della “coppia fondente” Clara e Gigi Padovani, food writer con alle spalle oltre trenta volumi sulla cultura del cibo, tradotti in sei lingue, ci sono molte curiosità e notizie interessanti, ma una è sorprendente e farà piacere a tutti i golosi di cibo degli dei: agli inizi del prossimo anno anche l’Italia avrà un proprio museo del cioccolato, come a Bruges, Bruxelles, Parigi, Colmar Praga, Beirut, Lourdes, Playa del Carmen in Messico. I lavori sono ancora in corso nei sotterranei dell’antica pasticceria Pfatisch di Torino, nei portici di via Nizza accanto alla stazione di Porta Nuova e l’esposizione si chiamerà “Choco Story Torino”, ultimo anello di una catena di musei aperti nel mondo dall’industriale belga Eddy Van Belle, che ha scelto il capoluogo subalpino per la nuova apertura italiana. “Lo abbiamo convinto anche noi – dicono Clara e Gigi Padovani, che hanno lavorato come consulenti per la parte storica torinese – in quanto l’imprenditore, che aveva acquistato i macchinari Lehman e Buehler di inizio Novecento presenti nei locali sotterranei della storica pasticceria, avrebbe voluto portarli a Firenze. Ma noi abbiamo fornito le prove che Torino era e rimane la vera capitale del cioccolato in Italia: così Van Belle ha trovato nella famiglia di Francesco Ciocatto, titolare di Pfatisch, il partner ideale per aprire il museo”.

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CioccolaTò, in arrivo in piazza San Carlo un nuovo format letterario intitolato Dolci Letture

Sei incontri letterari durante CioccolaTò, dal 27 ottobre al 5 novembre.
di Elena Prato

Torino – Durante CioccolaTò, la grande kermesse torinese dedicata al cioccolato e quest’anno in programma dal 27 ottobre al 5 novembre, sarà presentato il format Dolci Letture: sei incontri, della durata di un’ora ciascuno, con diversi autori, emergenti o più noti, che racconteranno le proprie opere letterarie, presso Casa Cioccolatò in piazza San Carlo.

Venerdì 27 ottobre, alle ore 20, la prima lettura di “Le Perifantaferie”, dello scrittore Francesco La Rocca. Sabato 28 ottobre, alle ore 18.30, sarà invece il turno di Stefano Marando, fondatore di 30politico, la pagina Instagram più amata dagli studenti italiani; Stefano porta a Casa CioccolaTò il suo “Il periodo di m*rda più bello della mia vita”.

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