Una mattina di maggio del 1964, sulla tavola degli italiani arrivò un bicchiere esagonale con la fetta di pane sull’etichetta e all’interno una crema da spalmare alla nocciola. Erano gli anni della grande illusione per un futuro radioso: Nutella inventò una nuova categoria merceologica, conquistò il Bel Paese e poi il mondo. Oggi ha cinquant’anni ma non li dimostra: le sue vendite continuano a crescere ininterrottamente e la sua filiera è oggetto di studio anche da parte dell’OCSE, come esempio di globalizzazione virtuosa. Ma qual è il suo segreto?

 

Tutto incominciò ad Alba, in un piccolo laboratorio di pasticceria, subito dopo la guerra. Dal fondatore Pietro Ferrero al figlio Michele al nipote Giovanni – intervistato nel libro –, questa azienda famigliare, emblema del capitalismo italiano, ha continuato a mietere successi con l’innovazione dei suoi prodotti globali, pur mantenendo solide radici nel territorio in cui è nata, le Langhe, tra le colline di nocciole.

Nutella, che è ormai entrata nel mito e ha conquistato diverse generazioni pur senza mai cambiare, rappresenta un modello ideale di prodotto-impresa che è stato il driver di crescita di Ferrero, quarto gruppo dolciario al mondo con 8,1 miliardi di fatturato, 20 stabilimenti e 30.000 collaboratori. Soprattutto, è un esempio di innovazione italiana e questo libro non solo ne svela la storia, ma per la prima volta ne analizza le strategie di produzione, marketing e comunicazione, l’attento posizionamento e la tutela del brand. Tra i suoi segreti, oltre all’uso di materie prime scelte e a un’organizzazione sensibile ai temi della qualità e del rispetto dell’ambiente, ci sono i valori etici di imprenditori legati a una solida visione da Old Economy: niente Borsa, rifiuto di acquisizioni o unificazioni, totale understatement personale. Senza tuttavia mai rifiutare le possibilità di sviluppo offerte dai social media e dalle più moderne tecniche di marketing. Una lezione di Made in Italy che ancora dura e a cui ispirarsi per il rilancio prossimo venturo.